FIGLI DI SANGUE E OSSA _ Recensione



TITOLO: Figli Di Sangue E Ossa
AUTORE: Tomi Adeyem
EDITO: Rizzoli
PREZZO: 18.00

  • TRAMA:



Nelle terre di Orisha un tempo i Maji, riconoscibili grazie alla pelle color ebano e i capelli canditi, erano venerati grazie al loro legame con gli dei e al loro dono che si risvegliava compiuti i tredici anni ma un giorno questo si spezzò, la magia scomparve e iniziò il Raid, evento nato per mano del Re Saran che diede l'ordine di trucidare tutti i Majii adulti.
Tra le vittime ci fu la madre di Zèlie, che ancora bambina vide coi suoi occhi la madre impiccata nel giardino di casa, undici anni dopo Zèlie ha passato il tempo ad allenarsi di nascosto sotto la guida di Mama Agba ma un giorno si imbatta per puro caso in una strana ragazza in fuga dalla guardie del Re, la ragazza si chiama Amari e si scopre essere la figlia del Re stesso.
Le ragazze sembrano destinate per intraprendere un viaggio insieme, affiancate da Tzain, fratello di Zélie, per riportare la magia ai Majii.
Un viaggio in una terra pericolosa e stupefacente, tra spiriti vendicatori in agguato nell'acqua e leopardere delle nevi, amori e tradimenti il tutto per poter ridare voce a un popolo che è stato messo a tacere.


Hanno ammazzato mia madre. Hanno rubato la nostra magia.Hanno cercato di annientarci.Ora ci ribelliamo 



  •                                        RECENSIONE:

Primo libro di una trilogia in cui la protagonista Zèlie vive con il costante ricordo della madre e la costante attitudine nel cacciarsi in guai.
La storia si divide in capitoli narrati dal punto di vista dei quattro protagonisti, Zèlie, Amari, Tzain e Inan fratello di Amari, questa è la prima cosa che mi ha piacevolmente colpita perché ho avuto modo di conoscere meglio i singoli personaggi, i loro caratteri e le loro debolezze.
Amari e il suo sentirsi oppressa dalle mura del palazzo e come sua unica amica, la sua domestica. Inan con il costante bisogno di compiacere il padre facendo spesso scelte sbagliate e deludendo chi ama, compresa sua sorella e risultando essere privo di carattere e spessore.
Tzain e il suo affetto verso la sorella, il suo supportarla ma anche rimproverarla se necessario ma disposto a tutto per lei. Infine Zèlie il suo carattere forte, duro e combattivo ma anche le sue debolezze e il suo essere costantemente arrabbiata.
Un libro in cui le donne sono il punto forte, Amari e Zèlie che nonostante i loro passati, i lori brutti ricordi e le loro personali umiliazioni si rivelano essere forti, decise, combattenti e sagge, due donne affiancate da due uomini ma che anche nei combattimenti hanno il potere maggiore e non vengono in alcun modo sottomesse a loro.
Un mondo in cui non esistono censure, dove madri vengono impiccate davanti ai figlio, dove una donna deve nascondere i suoi capelli per non essere riconosciuta e camminare a testa bassa quando incappa nelle guardie, sperando che questi la lascino passare senza venire infastidita da loro, dove un re tiranno chiede tasse sempre più alte al suo popolo solo per intimidirlo e mantenere il potere.

La tua gente, le tue guardie… non sono altro che assassini, stupratori e ladri. L’unica differenza tra loro e i delinquenti comuni sta nelle divise che indossano.
Questa storia sebbene sia un fantasy, con magia e creature come le leopardere delle nevi frutto dell'immaginazione della scrittrice, mi ha fatto pensare al mondo che mi circonda oggi, buoni e cattivi, diverse etnie dove la più forte e spesso anche più ignorante combatte, caccia e discrimina la più debole, questa storia racconta di un'ingiustizia forte da provocare guerra e tanto dolore.
La storia è innovativa, travolgente e magica con uno stile di scrittura fluido che ti permette di immergenti nel suo mondo senza staccare gli occhi dal libro, non mancano i colpi di scena e momenti suspense e anche nuovi personaggi che si imbattono nel percorso predestinato di Amari e Zèlie.






Ho dato quattro stelline su cinque perché essendo una trilogia mi aspetto ancora di più dal secondo, considerando anche il finale incredibilmente inaspettato.




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